Grosio e i mosaici di Nicola Di Cesare
Ecco come arrivare
A Grosio (Tirano), vive l’artista Nicola Di Cesare, con i suoi mosaici che decorano la montagna, ricordano “un poco” il Parco Gaudì. Vi raccontiamo come arrivare.

Da oltre quarant’anni, Nicola Di Cesare persevera nella sua attività iniziata per caso, con l’intento di creare un terrazzo per coltivare un orto.
Successivamente, spinto più dall’istinto che dal desiderio, ha iniziato ad abbellirlo con varie trovate: ha fissato con colla per piastrelle piccole pietre, pezzi di recupero vivaci, cocci di ceramica, fanalini di auto frammentati, fiaschi e bottiglie di vetro rivestite.
Ha preso gusto a questa pratica e ha proseguito senza sosta, un’attività che continua ancora oggi.
Di Cesare afferma che non si fermerà mai, finché avrà vita.
Esegue tutto da solo, senza aiuti e senza impalcature, con buona pace della moglie che non lo vede girare per casa.
Come arrivare
Continuando verso nord nel centro di Grosio, a una cinquantina di metri sulla provinciale, oltre la viuzza d’accesso, sulla sinistra si trova un piccolo parcheggio con disco orario.

Non imita Antonio Gaudì, non lo conosceva, non fa come lui che, ingegnere, si limitava a recuperare le piastrelle rotte da una fabbrica catalana e a dare ordini agli artigiani su cosa volesse realizzare.
Sicuramente, sia Nicola di Cesare, che Antonio Gaudì non si sono resi conto che la loro opera in questo contesto, si chiama “arte povera” (così come si intente, opere artistiche create con ciò che si trova) ufficialmente nata negli anni ’60 in Liguria, presso la “Galleria La Bertesca”.
Questo giardino potrebbe pure essere associato alla “Land Art”, un movimento nato pure negli anni ’60 negli Stati Uniti.
La Land Art si distingue per l’intervento umano su ambienti naturali, mirando alla creazione di opere d’arte, spesso effimere, attraverso un coinvolgimento diretto con la natura.

Malgrado ciò, è conosciuto con il soprannome di Gaudì di Grosio, lui si diverte, e ciò gli basta.
Accoglie i turisti curiosi con il sorriso e la parlantina facile.
Anche presso gli abitanti di Grosio abbiamo letto una sottintesa simpatia per quest’uomo che senza volerlo porta turisti e curiosi ad aggirarsi tra le strade e gli esercizi pubblici della borgata.
Entrata libera.

Più di duecento scalini vi attendono, con muretti a secco, archi colorati, piccole piazzole, oggetti d’uso quotidiano posti in piccole nicchie con tanti cuoricini scolpiti.
Cos’è la Land Art
La Land Art, conosciuta anche come Earth Art, è un movimento artistico contemporaneo che si distingue per la realizzazione di opere direttamente nella natura, impiegando materiali naturali o trovati in loco.
Caratterizzata dalla sua natura effimera, questa forma d’arte si fonde armoniosamente con l’ambiente circostante.
Questi artisti utilizzano elementi come pietre, legno, foglie, terra, sabbia e altri materiali naturali per creare sculture, installazioni o opere su larga scala.
Le opere possono trovarsi in diversi contesti, come foreste, spiagge, campi, deserti o montagne, integrando spesso caratteristiche del paesaggio circostante.

Un aspetto chiave della Land Art consiste nella dinamica relazione tra l’opera d’arte e l’ambiente.
Numerosi artisti cercano di interagire con il susseguirsi delle stagioni, il ciclo naturale della vita e le condizioni atmosferiche. Alcune opere sono effimere e destinate a scomparire nel tempo a causa delle influenze degli elementi naturali.
Tra gli artisti noti che hanno contribuito in modo significativo vi sono Richard Long, Robert Smithson, Andy Goldsworthy, Michael Heizer e Christo.
Questi creatori hanno svolto un ruolo fondamentale nella definizione e diffusione di questa forma d’arte, spesso documentando le proprie opere attraverso fotografie, considerato che molte sono collocate in luoghi remoti e di difficile accesso.
Cos’è l’arte povera
L’Arte Povera sorse in Italia alla fine degli anni ’60 come movimento artistico distintivo.
Questa corrente si contraddistingue per l’utilizzo di materiali umili o comuni, come terra, legno, sassi, carta e altri oggetti di uso quotidiano, combinati in modo creativo per dar vita a opere d’arte.
L’obiettivo fondamentale era quello di sfidare le convenzioni tradizionali dell’arte e di ribellarsi contro l’idea di commercializzazione e mercificazione dell’opera d’arte.

Gli artisti legati a quest’arte si proponevano di abbattere le barriere tra l’arte e la vita quotidiana, abbracciando l’elemento casuale e l’imprevedibilità.
Facendo uso di materiali semplici, spesso non convenzionali, miravano a creare opere in grado di trasmettere un senso di immediatezza e di connessione con la realtà quotidiana.
I più noti di questa rappresentazione troviamo, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto.
Questi artisti hanno contribuito a definire l’Arte Povera come un movimento che enfatizzava la materialità, la temporalità e la relazione diretta con lo spettatore.
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