Passeggiata alle palafitte del Lago di Viverone
come arrivare
Caome arrivare per una passeggiata alle palafitte sul Lago di Viverone è un’esperienza unica nel suo genere. Situato in Piemonte, questo lago è noto per le sue palafitte, un luogo tranquillo per passeggiare, osservare la natura o semplicemente rilassarsi.
Il villaggio palafitticolo
Ci dirigiamo verso Azeglio sulle rive del suggestivo lago di Viverone, il terzo lago più esteso del Piemonte.
Raggiunto Azeglio, parcheggiamo l’auto lungo la strada sterrata e procediamo a piedi per circa mezz’ora.
Lungo questo cammino nel bosco, raggiungiamo il sito palafitticolo, facente parte del patrimonio UNESCO.

Durante la passeggiata, è possibile ammirare la flora e la fauna locali, nonché godere della pace e della tranquillità che il lago offre. È un’ottima opportunità per fare fotografie spettacolari e immergersi completamente nella bellezza naturale della regione.
Negli anni ’70, durante una campagna di scavi, è stato scoperto questo affascinante villaggio palafitticolo a pochi metri sotto il livello dell’acqua.
Gli archeologi hanno rinvenuto circa 5000 pali conficcati nel terreno, che testimoniano l’esistenza di un vasto insediamento risalente all’età del bronzo.
Tra i reperti recuperati si annoverano spade, asce, spilloni e altri ornamenti femminili, ora custoditi presso il Museo del Territorio e il Museo di Antichità di Torino.
Grazie a queste scoperte, è stato possibile ricostruire parzialmente l’aspetto originario del villaggio, che oggi costituisce una nota attrazione turistica.
Il castello di Roppolo
Riprendendo il viaggio in auto, facciamo ritorno per alcuni chilometri verso Cavaglià, fino ad arrivare al paese di Roppolo, dove si erge imponente il suo castello.

Nato come roccaforte e avamposto nel terzo secolo dopo Cristo, situato in cima alla collina per la sua posizione strategica.
Da questo antico maniero, le cui origini risalgono alla fine del nono secolo, si può godere un meraviglioso panorama sul lago di Viverone e dintorni.
Dopo varie cessioni a nobili della zona, ora è di proprietà dei Saletta.
Una visita al castello vi riporterà nel passato e vi mostrerà come vivevano le famiglie aristocratiche nel corso dei secoli.
Durante i restauri nel XX secolo, è stato fatto un incredibile ritrovamento dietro un muro del castello: i resti di un uomo intero, ancora racchiuso in un’armatura.
Le ossa sono state identificate come appartenenti al cavaliere Bernardo di Mazzè, vittima di una leggendaria disputa con il suo rivale Ludovico Valperga di Masino, che pare lo abbia murato vivo dentro l’armatura.
Un tragico e misterioso episodio che aggiunge un alone di mistero e fascino alla storia del castello di Roppolo.
I menhir di Cavaglià

Il nostro viaggio giornaliero, si conclude guidando fino a Cavaglià, dove ci si imbatte (sulla sinistra della rotonda), in undici maestosi menhir disposti in cerchio.
Queste antiche pietre facevano parte di un monumento megalitico con scopi rituali, risalente a epoche preistoriche.
Le pietre stesse, oltre a emanare un’aura di mistero e antichità, sono decorate con incisioni rupestri (poco visibili) che comprendono una coppella e alcuni simboli cruciformi, aggiungendo ulteriori strati di significato e fascino alla loro storia millenaria.
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